Una rarità dal San Carlo: La Fuga in maschera di Spontini
Ed è quasi una prima assoluta, dopo il debutto al Festival Pergolesi-Spontini di Jesi, poiché dopo l'unica rappresentazione, proprio a Napoli, al Teatro Nuovo, nel 1800, lo spartito era scomparso; è stato ritrovato da un antiquario a Londra, recuperato e messo in scena con l'allestimento affidato alla revisione critica di Federico Agostinelli, alla indovinata regia di Leo Muscato, ed al podio di Francesco Lanzillotta. L'opera rivela che Spontini, nei primi anni della sua produzione, non aveva ancora nulla, del futuro, solenne compositore preferito da Napoleone: il suo legame con la tradizione napoletana dell'opera buffa era ben saldo, intrecciando con ottimi risultati i canoni della commedia degli equivoci come l'intrigo, gli artifizi, i travestimenti e la ricerca amorosa, che culminano nella festa di carnevale che dà il titolo all’opera; il tutto con una scrittura estremamente curata e dettagliata, che fa anche intravedere già alcuni elementi dell'800 che si avvicina, come la ripetizione della cellula tematica che preannuncia il crescendo rossiniano. Le scelte scenografiche, i costumi e la regia, ci consegnano anche numerosi e preziosi dettagli di grande gusto, anche in chiave moderna, ed i movimenti e le espressioni dei cantanti, anzi, degli attori, sono fondamentali per la vivacità, il colore ed il coinvolgimento, e contribuiscono ad un risultato artistico che va anche oltre la stessa opera.
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