Il Progetto di Carità Nazionale di Domenico Cirillo: una legge ante litteram?
È noto che durante la rivoluzione Napoletana del 1799 Domenico Cirillo si interessò dell’ assistenza sanitaria, con la pubblicazione dell’ormai famoso Progetto di Carità Nazionale.
Ma rileggendo questo documento, alla luce della attuali disposizioni legislative in materia di Sanità, mi riferisco alla legge 833/78 e successive integrazioni, e alla assistenza sociale integrata, legge 328/2000 , posso considerare, che in esso sono rappresentate in embrione le due leggi.
Il nostro Sistema Sanitario Nazionale si basa sui seguenti principi:
1) tutela del diritto fondamentale alla salute
2) la responsabilità pubblica per la tutela del diritto alla salute della persona e delle comunità locali: il servizio sanitario nazionale
3) la centralità della persona
4) l'universalità, l'eguaglianza e l'equità di accesso alle prestazioni e ai servizi
5) la globalità della copertura assistenziale: i livelli essenziali di assistenza e l'appropriatezza delle prestazioni
6) il metodo della programmazione
7) il finanziamento pubblico dei livelli essenziali di assistenza
8) la regionalizzazione e la leale collaborazione tra i livelli di governo
9) l'aziendalizzazione
10) i soggetti erogatori e le prestazioni
11) la valorizzazione delle risorse umane e professionali degli operatori 12) l'integrazione tra assistenza, formazione e ricerca
13) l'integrazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale
La legge 328/2000, invece, è un sistema integrato di interventi e servizi sociali che, attraverso politiche sociali universalistiche, persegua i seguenti obiettivi:
In primo luogo il progetto di Carità Nazionale sancisce un elemento fondamentale del diritto dell’uomo a vivere in maniera consona. Introduce il concetto della qualità della vita che è in pratica uno dei principi base della legge 328/2000.
Inoltre nel leggere le leggi attuali si può notare una completa sovrapposizione di quei concetti di una salute che è di tutti soprattutto per i diseredati, per quei poveri infermi di cui Cirillo parla Nei Discorsi Accademici., che a mio avviso sono l'eredità morale di Cirillo.
Progetto di Carità nazionale di Domenico Cirillo - Napoli s. d.
CITTADINI
Sentire ed interessarsi per i bisogni dell'infelici, soccorrere i disgraziati, che spesso senza colpa, ed alle volte per malattia di vecchiezza per calunnie e per persecuzioni mancano del necessario, è il più grande di tutti i doveri dell'uomo. Chi manca di carità manca di umanità, distingue l'interesse altrui dal suo proprio, non riconosce tutti per suoi fratelli, e rinunzia al dolce nome di Cittadino.
Nella nostra nascente Repubblica, come accade in tutte le grandi Rivoluzioni, un gran numero d'individui è caduto nella più deplorabile indigenza. Moltissime famiglie mancano assolutamente di pane, i fondi e le istituzioni di carità, dilapidati e distrutti dall'antico governo, più non somministrano i consueti soccorsi, la mancanza del numerario limita loro malgrado la beneficenza de' più rispettabili cittadini, e gl'impieghi da infinita gente perduti per le circostanze de' tempi portano nella intera popolazione la fame e la desolazione.
Questa viva immagine della miseria pubblica ha penetrato il cuore di alcuni veri patrioti, i quali animati dal più fervido entusiasmo, compassionando lo stato lagrimevole de' loro fratelli, invitano tutti gli uomini sensibili a contribuire, per quanto le loro forze e la loro buona volontà permettono, a versare in una cassa comune de' sussidi, che saranno distribuiti con infinita giustizia e somma imparzialità a quelle persone, che daranno chiari documenti della loro povertà. Un numero determinato di Cittadini di conosciuta integrità avrà il carico, e la direzione della cassa di beneficenza; ed a questi si uniranno alcune Cittadine ancora rispettabili per i loro sentimenti di umanità e di zelo patriottico. Nelle mani di questa commissione chiunque vorrà procurarsi la dolce consolazione di veder solleviati gl'infelici, porterà la tenue somma, che vorrà risparmiare a vantaggio de' poveri; e tutto sarà esattamente registrato. L'industria arricchisce molti, i talenti ricevono la ricompensa che meritano, le possessioni sostengono una parte non piccola del popolo. Se dunque la classe più comoda riflette per un momento solo alla folla de' miserabili che la circonda, e domanda del pane, non esiterà un momento per volare a soccorrerla. Se inviteranno i Parroci a darci esatto conto de' poveri, e degl'infermi esistenti nel recinto delle loro Parrocchie; questi si visiteranno, e dalla cassa di carità saranno provveduti di quanto abbisognano; si faranno de' letti, si somministreranno gli ajuti dell'arte medica, senza trascurare il convenevole sostentamento. La vigilanza le attenzioni gli sforzi d'ogni genere non si risparmieranno per animare e sostenere un'opera tanto vantaggiosa. Si comincerà dal poco, ma il nostro zelo non si stancherà; le mire sono grandi, e l'influenza che il fuoco della carità deve acquistare diffonderà i vantaggi molto più oltre di quello che possa immaginarsi. Penetreremo noi nel seno delle povere ed oneste famiglie e dopo che la beneficenza avrà scacciata la povertà ispireremo il desiderio del travaglio, e faremo gustare all'uomo industrioso la vera indipendenza che si ottiene colle proprie fatiche. Potremo forse in breve tempo renderci utili alle vicine campagne ed alle province lontane, dove la miseria spopolatrice distrugge l'agricoltura, che è presso di noi la sorgente di tutte le ricchezze. E' troppo giusto che i Coltivatori abbiano parte anch'essi nella beneficenza nazionale. La voce del pubblico in seguito di questo avviso ci regolerà, e ci farà nominare i primi autori di un così vasto progetto. Cittadini, se amate la patria, se siete consumati dall'ardore della sensibilità, se per noi i nomi di libertà e di virtù suonano lo stesso, soccorrere l'indigenza, ed asciugare le lacrime della povertà, noi ve ne somministriamo i più luminosi mezzi.
Piano particolareggiato per la Cassa di Carità Nazionale di Domenico Cirillo - Napoli s. d.
CITTADINI Crediamo che questa istituzione contenga il principio fondamentale della morale, perché se al povero si procura il pane, se si sostiene chi è per cadere, se a' momenti di dolore si fanno succedere lunghe ore di piacere e di riposo, si porrà l'uomo alla vera felicità. Il piccolo principio della nostra intrapresa per se stesso è già grande; ed arriverà alle nostre le loro forze; così potrà consolidarsi l'edifizio d'una Repubblica fondata sull'esercizio costante delle virtù sociali.
Proclama dei Deputati della Cassa di beneficenza, al Popolo. Napoli 15 maggio 1799
Dal momento che fu manifestato al Pubblico per mezzo di due Inviti, il nostro costante desiderio di soccorrere molti poveri Cittadini, che languiscono nella miseria, ci siamo energicamente occupati alla esecuzione del nostro progetto. E siccome a tenore delle promesse fatte bisognava sottomettere agli occhi del Pubblico tutte le nostre operazioni, non vogliamo mancare a questo inviolabile dovere. Il primo mezzo è stato quello di conoscere il numero de' poveri di tutti Cantoni, e ciò si è ottenuto mediante le note, che i Parrochi pieni di zelo patriottico, e di Cristiana pietà ci hanno somministrate. Per esaminare le circostanze di tanti bisognosi in ciascheduna Parrocchia si sono scelti varj Deputati, i quali visitando le case, ed indagando la deplorabile miseria di molti, apportassero quel soccorso, che le forze finora assai deboli della Cassa di Beneficenza, permettevano. In alcune Parrocchie i Deputati, e qualche benefica Cittadina, entrando nel soggiorno della fame, della nudità, dello abbandono, e dello avvilimento, hanno cercato con scarsi mezzi di diminuire in parte la desolazione di tante famiglie. Si sono invitati i Medici per visitare i poveri infermi, e questa classe rispettabile della società concorrendo in folla ad unirsi a noi, ha dimostrato quali sono i principj, da' quali viene animata, e quale sublime titolo ha acquistato alla universale riconoscenza. La stessa gratitudine è dovuta a' Profesori di Chirurgia, Speziali, e Sagnatori. La mancanza del numerario, le angustie private de' Cittadini ci hanno impedito di raccogliere abbondanti limosine.
Questo è niente; noi lo vediamo; ma potremo dire andando a letto la sera, cento almeno de' nostri fratelli, che giacevano sulla nuda ed umida terra proveranno la dolcezza d'un placido sonno. Chi non è commosso da questo sentimento merita di vivere separato dal resto della società.
Diremo solo per ora, che una Commessione Centrale è destinata a riunire tutte le operazioni, che i Deputati di ogni Parrocchia faranno, a tenore delle determinazioni della Commessione.
Comincia già in noi la fiducia dell'esito felice della nostra Istituzione, perché il Governo pieno delle più sublimi virtù, repubblicane, che sono la generosità e la compassione, già s'interessa con grandissima energia a sostenere il progetto di pubblica carità, e promette di riunire in questa Cassa tutta quelle somme, che in diversi tempi la beneficenza de' Cittadini avea a quest'uso destinare. Noi certamente raddoppieremo ogni giorno il nostro coraggio nella persuasione che l'ardire e l'attività sono i fondamenti delle opere grandi.
Salute, e fratellanza.
Regolamento della Cassa di Carità Nazionale - Napoli s. d.
L'applauso, che il Governo Provvisorio, e tutti i Cittadini han fatto al progetto di Carità Nazionale pubblicato dal Cittadino Rappresentante Domenico Cirillo merita per parte de' Cittadini, e Deputati dell'Opera un zelo analogo all'utilità del progetto istesso. I principi della più intesa umanità, e le massime, e precetti più essenziali del Sacrosanto Evangelo su de' quali è poggiata l'idea di tale Opera, e che veggonsi rilucere nel Proclama dell'Autore, richiamar deve la più rigida censura, ed esame del Pubblico imparziale su la condotta degli Direttori, e Deputati; mentre se in tutti i Governi hanno gl'Indigenti diritto su la Nazionale Beneficenza, più di ogni altro debbono sicuramente aspettarsela nella Democrazia, ove la Libertà, e l'Eguaglianza fanno di continuo all'energico sviluppo di tutte le sociali virtù. Se dunque da una parte l'attività, lo zelo, e l'onestà de' Cittadini Direttori, e Deputati concorrerà all'esatto dissimpegno della loro commessione, e se dall'altra il Governo somministrerà porzione de' fondi, che vi abbisognano, o de' mezzi per ritrarli; e la pietà di tutti i Cittadini volontariamente, verserà nella Cassa della Beneficenza Nazionale quelle quote giornaliere, che comporteranno le circostanze di ciascuno, si potrà essere sicuro di un esito corrispondente all'idea del progetto. Ma pria di ogni altro ha opinato avvedutamente l'intera Deputazione che fosse necessaria, come base fondamentale di tale Istituzione la formazione delle Regole concernenti ciascun ramo, e ciascuna classe degl'Individui, che vi si presteranno. L'ampiezza della nostra Città, e la quantità degl'Indigenti, e degl'Infermi, che abbisognano di positivo immediato soccorso, precisamente ne' momenti di ogni qualunque politico cambiamento fa sì, che molti Individui debbano impiegarsi e questi pieni della dovuta fiducia ne' compensi spirituali, e temporali che loro promette il Nostro Redentore, e nella riconoscenza della Patria, niente altro giammai potranno pretendere dall'Istituto a cui si prestano. Non ostante la quantità di tant'Impiegati dovrà la loro condotta essere unisona, ed uniforme; e le Regole saranno infinitamente semplici, chiare, e le incombenze di ognuno concatenate talmente fra loro, che chiudasi la strada ad ogni interpretazione, deferenza, ed arbitrio. Resterà allora il Pubblico persuaso, e convinto, che le limosine versate nella Cassa della Nazionale Beneficenza siano dirette ad uso più proficuo di quelle, che date dalla pietà de' Cittadini a chi prima se gli presenta, il più delle volte cadono nelle mani degli oziosi, e vagabondi, che avendoselo scelto in luogo di mestiere altro non fanno che turbare la divozione nelle Chiese o imbarazzare il traffico nelle pubbliche strade. A costoro mancando in seguito questo ramo di loro infelice speculazione verrà la necessità di rendersi utili alla Patria, con applicarsi a quell'arte, che sarà più confacente alle loro circostanze.
Lo stesso è da presagirsi del nostro presente Istituto, il quale non subirà la sorte di tanti altri, di cui abbonda la nostra Patria se ciascuno dall'esatta osservanza delle seguenti Regole non vogli giammai, né per qualunque riguardo dipartirsi.
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