Il Progetto di Carità Nazionale di Domenico Cirillo: una legge ante litteram?

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È noto che durante la rivoluzione Napoletana del 1799 Domenico Cirillo si interessò dell’ assistenza sanitaria, con la pubblicazione dell’ormai famoso Progetto di Carità Nazionale.

Ma rileggendo questo documento, alla luce della attuali disposizioni legislative in materia di Sanità,  mi riferisco alla legge 833/78 e successive integrazioni, e alla assistenza sociale integrata, legge 328/2000 , posso considerare, che in esso sono rappresentate in embrione le due leggi.

Il nostro Sistema Sanitario Nazionale si basa sui seguenti principi:

1) tutela del diritto fondamentale alla salute

2) la responsabilità pubblica per la tutela del diritto alla salute della persona e delle comunità locali: il servizio sanitario nazionale

3)  la centralità della persona

4)  l'universalità, l'eguaglianza e l'equità di accesso alle prestazioni e ai servizi

 

5)  la globalità della copertura assistenziale: i livelli essenziali di assistenza e l'appropriatezza delle prestazioni

6)  il metodo della programmazione

7)  il finanziamento pubblico dei livelli essenziali di assistenza

8)  la regionalizzazione e la leale collaborazione tra i livelli di governo

9)  l'aziendalizzazione

10) i soggetti erogatori e le prestazioni

11)  la valorizzazione delle risorse umane e professionali degli operatori

12)  l'integrazione tra assistenza, formazione e ricerca

 

13) l'integrazione tra assistenza sanitaria e assistenza sociale

 

La legge 328/2000, invece,  è  un sistema integrato di interventi e servizi sociali che, attraverso politiche sociali universalistiche, persegua i seguenti obiettivi:

  • garantire la qualità della vita
  • assicurare pari opportunità
  • rimuovere le discriminazioni
  • prevenire, eliminare o ridurre le condizioni di bisogno e di disagio degli individui e delle famiglie derivanti da:

  1. disabilità
  2. inadeguatezza del reddito
  3. difficoltà sociali
  4. condizioni di non autonomia

In  primo luogo il progetto di Carità Nazionale sancisce un elemento fondamentale del diritto dell’uomo a vivere in maniera consona. Introduce il concetto della qualità della vita che è in pratica uno dei principi base della legge 328/2000.

Inoltre nel leggere le leggi attuali si può notare una completa sovrapposizione di quei concetti di una salute che è di tutti soprattutto per i diseredati, per quei poveri infermi di cui Cirillo parla Nei Discorsi Accademici., che a mio avviso sono l'eredità morale di Cirillo.


Progetto di Carità nazionale di Domenico Cirillo - Napoli s. d.


Esaurienti frange panem tuum. Coll'affamato dividi il tuo pane.


CITTADINI


il sostegno della Democrazia non è l'inutile declamazione, non è la cabala o pure il pericoloso spirito di partito. Il governo libero non è fondato sull'esercizio delle virtù sociali, è diretto dalla giustizia dalla beneficenza e da quella fervida carità, che ci rende sensibili alle miserie de' nostri simili.

Sentire ed interessarsi per i bisogni dell'infelici, soccorrere i disgraziati, che spesso senza colpa, ed alle volte per malattia di vecchiezza per calunnie e per persecuzioni mancano del necessario, è il più grande di tutti i doveri dell'uomo. Chi manca di carità manca di umanità, distingue l'interesse altrui dal suo proprio, non riconosce tutti per suoi fratelli, e rinunzia al dolce nome di Cittadino.

Nella nostra nascente Repubblica, come accade in tutte le grandi Rivoluzioni, un gran numero d'individui è caduto nella più deplorabile indigenza.

Moltissime famiglie mancano assolutamente di pane, i fondi e le istituzioni di carità, dilapidati e distrutti dall'antico governo, più non somministrano i consueti soccorsi, la mancanza del numerario limita loro malgrado la beneficenza de' più rispettabili cittadini, e gl'impieghi da infinita gente perduti per le circostanze de' tempi portano nella intera popolazione la fame e la desolazione.

Questa viva immagine della miseria pubblica ha penetrato il cuore di alcuni veri patrioti, i quali animati dal più fervido entusiasmo, compassionando lo stato lagrimevole de' loro fratelli, invitano tutti gli uomini sensibili a contribuire, per quanto le loro forze e la loro buona volontà permettono, a versare in una cassa comune de' sussidi, che saranno distribuiti con infinita giustizia e somma imparzialità a quelle persone, che daranno chiari documenti della loro povertà.

Un numero determinato di Cittadini di conosciuta integrità avrà il carico, e la direzione della cassa di beneficenza; ed a questi si uniranno alcune Cittadine ancora rispettabili per i loro sentimenti di umanità e di zelo patriottico.

Nelle mani di questa commissione chiunque vorrà procurarsi la dolce consolazione di veder solleviati gl'infelici, porterà la tenue somma, che vorrà risparmiare a vantaggio de' poveri; e tutto sarà esattamente registrato.

L'industria arricchisce molti, i talenti ricevono la ricompensa che meritano, le possessioni sostengono una parte non piccola del popolo.

Se dunque la classe più comoda riflette per un momento solo alla folla de' miserabili che la circonda, e domanda del pane, non esiterà un momento per volare a soccorrerla.

Se inviteranno i Parroci a darci esatto conto de' poveri, e degl'infermi esistenti nel recinto delle loro Parrocchie; questi si visiteranno, e dalla cassa di carità saranno provveduti di quanto abbisognano; si faranno de' letti, si somministreranno gli ajuti dell'arte medica, senza trascurare il convenevole sostentamento.

La vigilanza le attenzioni gli sforzi d'ogni genere non si risparmieranno per animare e sostenere un'opera tanto vantaggiosa. Si comincerà dal poco, ma il nostro zelo non si stancherà; le mire sono grandi, e l'influenza che il fuoco della carità deve acquistare diffonderà i vantaggi molto più oltre di quello che possa immaginarsi.

Penetreremo noi nel seno delle povere ed oneste famiglie e dopo che la beneficenza avrà scacciata la povertà ispireremo il desiderio del travaglio, e faremo gustare all'uomo industrioso la vera indipendenza che si ottiene colle proprie fatiche.

Potremo forse in breve tempo renderci utili alle vicine campagne ed alle province lontane, dove la miseria spopolatrice distrugge l'agricoltura, che è presso di noi la sorgente di tutte le ricchezze.

E' troppo giusto che i Coltivatori abbiano parte anch'essi nella beneficenza nazionale. La voce del pubblico in seguito di questo avviso ci regolerà, e ci farà nominare i primi autori di un così vasto progetto.

Cittadini, se amate la patria, se siete consumati dall'ardore della sensibilità, se per noi i nomi di libertà e di virtù suonano lo stesso, soccorrere l'indigenza, ed asciugare le lacrime della povertà, noi ve ne somministriamo i più luminosi mezzi.


Salute e fratellanza

Piano particolareggiato per la Cassa di Carità Nazionale di Domenico Cirillo - Napoli s. d.


CITTADINI

La prima idea generale di stabilire una cassa di beneficenza fu pubblicata ieri, e fu promesso il piano particolareggiato delle essenziali operazioni.
Il nostro entusiasmo, che non soffre ritardi, la miseria che non ha il tempo di aspettare i lenti soccorsi, ci animano a manifestare i mezzi, che possono procurare alla classe bisognosa de' cittadini un pronto sollievo ed una sicura consolazione. Conoscano adunque tutti

I. Che il cittadino Berio stabilisce la sua casa sita a Toledo per un punto di unione de' benefici cittadini Domenico Cirillo, Alfonso Garofalo, Canonico Francesco Rossi, Luigi Carafa, Tommaso Gravina, Domenico Fioretti, Gaetano Rossi, Gaetano Nicodemo, Giambattista Ferrari, Saverio Folla, che avranno conto esatto, conserveranno, e faranno notare con scrupolosità tutto il denaro, che la generale pietà e compassione si compiacerà di versare nella cassa di Carità.

II. I nominati cittadini, con quella attività, ed energia che caratterizza i veri Repubblicani, scorreranno la città invitando tutti a contribuire a loro volontà qualunque piccola somma per sostegno delle povere e desolate famiglie.

III. Quelli che senza esser richiesti vogliono usare qualche atto di beneficenza, troveranno sempre aperta la casa del cittadino Berio dove si riceveranno le limosine.

IV. Tutto il danaro che si riscuoterà sarà notato, acciò la Commissione de' cittadini Direttori di quest'opera, possa farne la distribuzione, che sarà egualmente registrata; e tanto dell'introito come dell'esito si renderà conto al pubblico ogni settimana, acciò conoscendosi i vantaggi che ne ridondano, i principj di umanità, e di compassione siano portati all'eccesso.

V. Quelli che saranno impiegati a tenere i conti ed i registri, saranno scelti dal numero de' poveri ed onesti giovani istruiti nella scrittura; e questi mentre travaglieranno con assiduità e lealtà entreranno a parte della beneficenza patriottica.

VI. Per essere esattamente informati di tutt'i poveri, degl'infermi che mancano di assistenza, e de' vecchi decrepiti che non possono lavorare, invitiamo i Parrochi ed Economi di tutt'i Cantoni e Quartieri della città a darcene una nota particolare; e sarà nostra cura di assicurarci della verità, e di accorrere al sollievo de' miserabili. Que' Parrochi che si presteranno volentieri a questo invito, si mostreranno ben degni dell'onorevole ministero che esercitano.

VII. Nel tempo stesso invitiamo i particolari cittadini che si trovassero oppressi da grave miseria, di farci pervenire, indipendentemente da' Parrochi, la notizia della loro abitazione, per essere prontamente ajutati.

VIII. I cittadini Direttori dell'opera di carità visiteranno i poveri nelle loro case, e somministreranno tutto quello che l'urgente bisogno richiederà in qualunque genere.

IX. Se gl'individui di molte famiglie povere potranno impiegarsi a qualche mestiere (sopra tutto le donne) si procurerà a' medesimi del lavoro, una parte del quale servirà a sostentarli, ed il rimanente sarà destinato al sollievo di altri miserabili.

X. L'unione di Carità avrà de' Medici fissi per visitare gl'infermi poveri, a' quali presteranno tutta la possibile assistenza.

XI. Tra i cittadini componenti l'unione di Carità non vi saranno né distinzioni, né deferenze, tutti egualmente concorreranno al pubblico bene, tutti cercheranno segnalarsi nel dimostrare sentimenti di umanità, di compassione e di beneficenza. Non vi saranno capi: il bene universale riempie di merito i particolari che lo procurano.

XIII. Non dubitiamo punto che tutta la nazione si unirà a noi nella esecuzione di questo progetto, ed allora le nostre mire si estenderanno ancora alla pubblica educazione. Le povere ragazze entreranno ne' Conservatorj, delle case di lavoro per le diverse arti si formeranno, e da una privata origine potrà sorgere la felicità generale.

XIV. Avendo i diversi Dipartimenti della Repubblica lo stesso diritto alla Carità pubblica, che hanno gli abitanti di questa capitale, non mancheremo di estendere la nostra benefica energia a tutti luoghi dello Stato. Si penserà d'interessare i cittadini onesti, caritatevoli e ricchi di ogni Dipartimento a raccogliere le limosine che saranno offerte da' buoni cittadini, per ripartirle a' miserabili che ne abbisognano. Noi a tenore delle nostre forze ajuteremo i poveri lontani; anche perché questa gente addetta alla campagna provveduta del necessario, impiegherà la sua industria all'agricoltura, primo fondamento della ricchezza Nazionale.

XV. Le nostre operazioni saranno tutte esposte allo esame del pubblico, tutt'i conti si presenteranno alla universalità de' cittadini, acciò la lealtà il disinteresse amministrando il patrimonio della indigenza, accenda nel cuore d'ognuno il virtuoso desiderio di beneficare i nostri fratelli.

Crediamo che questa istituzione contenga il principio fondamentale della morale, perché se al povero si procura il pane, se si sostiene chi è per cadere, se a' momenti di dolore si fanno succedere lunghe ore di piacere e di riposo, si porrà l'uomo alla vera felicità. Il piccolo principio della nostra intrapresa per se stesso è già grande; ed arriverà alle nostre le loro forze; così potrà consolidarsi l'edifizio d'una Repubblica fondata sull'esercizio costante delle virtù sociali.


Salute e fratellanza.


Proclama dei Deputati della Cassa di beneficenza, al Popolo. Napoli 15 maggio 1799


Dal momento che fu manifestato al Pubblico per mezzo di due Inviti, il nostro costante desiderio di soccorrere molti poveri Cittadini, che languiscono nella miseria, ci siamo energicamente occupati alla esecuzione del nostro progetto.

E siccome a tenore delle promesse fatte bisognava sottomettere agli occhi del Pubblico tutte le nostre operazioni, non vogliamo mancare a questo inviolabile dovere.

Il primo mezzo è stato quello di conoscere il numero de' poveri di tutti Cantoni, e ciò si è ottenuto mediante le note, che i Parrochi pieni di zelo patriottico, e di Cristiana pietà ci hanno somministrate.

Per esaminare le circostanze di tanti bisognosi in ciascheduna Parrocchia si sono scelti varj Deputati, i quali visitando le case, ed indagando la deplorabile miseria di molti, apportassero quel soccorso, che le forze finora assai deboli della Cassa di Beneficenza, permettevano.

In alcune Parrocchie i Deputati, e qualche benefica Cittadina, entrando nel soggiorno della fame, della nudità, dello abbandono, e dello avvilimento, hanno cercato con scarsi mezzi di diminuire in parte la desolazione di tante famiglie.

Si sono invitati i Medici per visitare i poveri infermi, e questa classe rispettabile della società concorrendo in folla ad unirsi a noi, ha dimostrato quali sono i principj, da' quali viene animata, e quale sublime titolo ha acquistato alla universale riconoscenza.

La stessa gratitudine è dovuta a' Profesori di Chirurgia, Speziali, e Sagnatori. La mancanza del numerario, le angustie private de' Cittadini ci hanno impedito di raccogliere abbondanti limosine.

Sono entrate nella nostra Cassa le seguenti somme:


INTROITO

In polizze

In contanti

Ducati 137,91

Ducati 197,09



ESITO

In polizze

In contanti

Distribuito per limosine alle Parrocchie

100

Per piggioni di case a' poveri

16

Per soccorsi straordinarj a diverse famiglie bisognose

16,90

Per compra di 40 sacconi, de' quali ne sono distribuiti

32

32

Sono in polizze

48

In contante

148.90

Restano in cassa

89,91

48,19



Siccome moltissimi poveri dormono sulla nuda terra, senza neppure un poco di paglia; si sono ordinati, e presto si daranno di più di cinquanta sacconi di buona tela.

Questo è niente; noi lo vediamo; ma potremo dire andando a letto la sera, cento almeno de' nostri fratelli, che giacevano sulla nuda ed umida terra proveranno la dolcezza d'un placido sonno. Chi non è commosso da questo sentimento merita di vivere separato dal resto della società.


Varj sono i regolamenti da noi fatti per conservare l'ordine di tutte le operazioni; come si vedrà dalle regole fondamentali che saranno subito pubblicate.

Diremo solo per ora, che una Commessione Centrale è destinata a riunire tutte le operazioni, che i Deputati di ogni Parrocchia faranno, a tenore delle determinazioni della Commessione.


L'Amministrazione Centrale sarà per ora composta da sei Cittadini: cioè Francesco Maria Berio, Luigi Carafa, Ignazio Buonocore, Domenico Cirillo, Alfonso Garofalo, Canonico Francesco Rossi. I doveri di questa Amministrazione saranno spiegati nelle regole. Daremo inoltre una nota esatta di tutt'i Deputati delle rispette Parrocchie, de' Medici che si sino ascritti per servire gl'infermi poveri; e così tutti bisognosi vedranno a chi si deve ricorrere per ottenere de' soccorsi, e per essere visitati nelle malattie.


Quanto da noi si è tanto finora è niente se si riguarda l'immenso numero de' miserabili che domandano ajuto, e che penetrano di afflizion: le nostre anime sensibili; ma pure siamo contenti di aver portata la consolazione a molti, e di aver rianimati tutti colla speranza di un sollievo più costante e più generale.

Comincia già in noi la fiducia dell'esito felice della nostra Istituzione, perché il Governo pieno delle più sublimi virtù, repubblicane, che sono la generosità e la compassione, già s'interessa con grandissima energia a sostenere il progetto di pubblica carità, e promette di riunire in questa Cassa tutta quelle somme, che in diversi tempi la beneficenza de' Cittadini avea a quest'uso destinare.

Noi certamente raddoppieremo ogni giorno il nostro coraggio nella persuasione che l'ardire e l'attività sono i fondamenti delle opere grandi.

Salute, e fratellanza.


Regolamento della Cassa di Carità Nazionale - Napoli s. d.


L'applauso, che il Governo Provvisorio, e tutti i Cittadini han fatto al progetto di Carità Nazionale pubblicato dal Cittadino Rappresentante Domenico Cirillo merita per parte de' Cittadini, e Deputati dell'Opera un zelo analogo all'utilità del progetto istesso.

I principi della più intesa umanità, e le massime, e precetti più essenziali del Sacrosanto Evangelo su de' quali è poggiata l'idea di tale Opera, e che veggonsi rilucere nel Proclama dell'Autore, richiamar deve la più rigida censura, ed esame del Pubblico imparziale su la condotta degli Direttori, e Deputati; mentre se in tutti i Governi hanno gl'Indigenti diritto su la Nazionale Beneficenza, più di ogni altro debbono sicuramente aspettarsela nella Democrazia, ove la Libertà, e l'Eguaglianza fanno di continuo all'energico sviluppo di tutte le sociali virtù.

Se dunque da una parte l'attività, lo zelo, e l'onestà de' Cittadini Direttori, e Deputati concorrerà all'esatto dissimpegno della loro commessione, e se dall'altra il Governo somministrerà porzione de' fondi, che vi abbisognano, o de' mezzi per ritrarli; e la pietà di tutti i Cittadini volontariamente, verserà nella Cassa della Beneficenza Nazionale quelle quote giornaliere, che comporteranno le circostanze di ciascuno, si potrà essere sicuro di un esito corrispondente all'idea del progetto.

Ma pria di ogni altro ha opinato avvedutamente l'intera Deputazione che fosse necessaria, come base fondamentale di tale Istituzione la formazione delle Regole concernenti ciascun ramo, e ciascuna classe degl'Individui, che vi si presteranno.

L'ampiezza della nostra Città, e la quantità degl'Indigenti, e degl'Infermi, che abbisognano di positivo immediato soccorso, precisamente ne' momenti di ogni qualunque politico cambiamento fa sì, che molti Individui debbano impiegarsi e questi pieni della dovuta fiducia ne' compensi spirituali, e temporali che loro promette il Nostro Redentore, e nella riconoscenza della Patria, niente altro giammai potranno pretendere dall'Istituto a cui si prestano.

Non ostante la quantità di tant'Impiegati dovrà la loro condotta essere unisona, ed uniforme; e le Regole saranno infinitamente semplici, chiare, e le incombenze di ognuno concatenate talmente fra loro, che chiudasi la strada ad ogni interpretazione, deferenza, ed arbitrio.

Resterà allora il Pubblico persuaso, e convinto, che le limosine versate nella Cassa della Nazionale Beneficenza siano dirette ad uso più proficuo di quelle, che date dalla pietà de' Cittadini a chi prima se gli presenta, il più delle volte cadono nelle mani degli oziosi, e vagabondi, che avendoselo scelto in luogo di mestiere altro non fanno che turbare la divozione nelle Chiese o imbarazzare il traffico nelle pubbliche strade.

A costoro mancando in seguito questo ramo di loro infelice speculazione verrà la necessità di rendersi utili alla Patria, con applicarsi a quell'arte, che sarà più confacente alle loro circostanze.


Per ottenere però con effetto, e nel tratto successivo tali vantaggi bisogna ricordarsi che Licurgo dopo di aver collocato sul trono la Legge, che come una Palma nutrisce del suo frutto tutti quelli, che all'ombra sua si riposano, ed i Magistrati a' suoi piedi ottenne in risposta dall'oracolo di Delfo, che Sparta sarebbe stata la più florida delle Città della Grecia, fintanto che si fosse fatta un dovere di osservare le leggi, che il suo Legislatore le avea presentate.

Lo stesso è da presagirsi del nostro presente Istituto, il quale non subirà la sorte di tanti altri, di cui abbonda la nostra Patria se ciascuno dall'esatta osservanza delle seguenti Regole non vogli giammai, né per qualunque riguardo dipartirsi.


Sarà dunque divisa tutta la Commessione in Amministrazione Centrale composta di sei Cittadini, ed in Sezioni, il cui numero sarà corrispondente al numero delle Parrocchie di questa Centrale. Le loro incombenze si rileveranno dalle seguenti Regole.


REGOLE


Amministrazione Centrale

1 L'Amministrazione Centrale sarà composta di sei Cittadini.


2 Tutte le Parrocchie di questa Centrale saranno divise in sei Commessioni, ed a ciascheduno de' mentovati sei Cittadini sarà assegnata una Commessione.


3 Ogni Commessione avrà le Sezioni corrispondenti al numero delle Parrocchie.
4 Detta Amministrazione Centrale avrà la Direzione Generale di tutta l'opera di Carità Nazionale di cui darà un pubblico ragguaglio in ogni mese.


5 A' sei Cittadini di quest'Amministrazione apparterranno i seguenti sei carichi: Di Segreteria, di Razionalia, di Cassa, degl'Infermi, della Compra di generi, della Distribuzione de' medesimi.


6 L'Amministrazione si unirà due volta in ogni settimana in giorni fissi da stabilirsi.


7 In ognuna di queste Sezioni si proporranno da ciascheduno de' suddetti sei Amministratori gli affari di propria incombenza, e quelli delle rispettive Sezioni, che verranno risoluti dalla pluralità de' voti.


8 Sarà cura del Segretario di tener registro di tutte le risoluzioni, che si faranno, e di tutti gl'Inviti, che occorreranno.


9 Apparterrà all'Amministratore della scrittura d'invigilare che si tenga esatto registro di tutto l'Introito, ed Esito, così in danaro, come in generi, e che li documenti siano visitati nelle debite forme.


10 L'Amministratore Cassiere introiterà tutte le somme, che da ciascuna Sezione se gli rimetteranno, con biglietto di quel Commessario, e ne darà ricevuta. Farà li corrispondenti pagamenti, mediante l'Invito, che ne avrà dall'Amministrazione, e ne ritirerà le debite cautele.


11 L'Amministratore incaricato per gl'Infermi, avrà cura, che li medesimi siano bene assistiti da' Medici, e Cerusici, che si sono volontariamente offerti per quest'opera; e che li siano somministrate tutte le Medicine, che gli occorreranno.


12 L'amministratore, che avrà la cura della compra de' generi userà la massima diligenza, e zelo, perché tutti quelli generi, che si crederanno opportuni dall'intera Amministrazione siano acquistati in tempo per averli col massimo risparmio.
13 Sarà cura dell'Amministratore per la distribuzione de' suddetti generi di consegnarli alle rispettive Sezioni, a tenore delle risoluzioni dell'Amministrazione Centrale.


14 L'Amministrazione Centrale è abilitata ad invitare per la maggior decenza, ed utilità dell'opera, delle Cittadine pietose, che si presteranno col loro zelo così alla questua, come ad assistere, e soccorrere le inferme, e povere di ciascuna Parrocchia. Queste verseranno nella Cassa dell'Amministrazione Centrale il prodotto della loro questua, e riferiranno alla medesima i bisogni delle Inferme, e Povere della loro Parrocchia.


15 Li sei Cittadini dell'Amministrazione Centrale si cambieranno per terzo in ogni quattro mesi, e verranno rimpiazzati a pluralità di voti, previa nomina dell'Amministrazione Centrale; ben inteso, che quelli che saranno prescelti nella prima volta resteranno per sei mesi, ad oggetto di organizzare le cose.


16 Interverrà nell'elezione de' nuovi Amministratori uno de' quattro Deputati di ogni Parrocchia scelto da ciascuna Sezione.


SEZIONE

1. Ogni Parrocchia comporterà una Sezione, la quale sarà formata da quattro Cittadini.


2. Ogni Sezione, si unirà una volta ogni settimana.


3. Li quattro Cittadini, che comporranno ogni Sezione dovranno visitare tutt'i Poveri che gli saranno stati dati in nota da' rispettivi Parrochi, osservare le circostanze di ciascheduno per prendere nelle loro Sessioni le risoluzioni convenienti.


4. Dette risoluzioni verranno comunicate per mezzo di loro inviti al respettivo Commessario, il quale farà la distribuzione di danaro, o di genere, che le sarà somministrato dal Commessario rispettivo, a tenore delle circostanze, e delle risoluzioni dell'Amministrazione Centrale, facendone ricivo.


6. Ogni Sezione terrà esatto registro del danaro, o geniri che riceve, e della distribuzione che ne avrà fatta, il quale da essa firmato basterà per suo discarico.


7. Li Deputati, che compongono ogni Sezione si prenderanno la cura di girare colla massima assiduità nella loro Parrocchia per la questua, promovendo la pietà di tutti i Cittadini a concorrere alla Carità Nazionale.


8. Ogni Sezione sceglierà un numero di Cittadini proporzionato all'estensione della Parrocchia, a' quali affiderà la cura di giornalmente girare per le strade della suddetta Parrocchia con le cassette, che se gli consegneranno per raccogliere quelle limosine, che gli saranno somministrate.


9. Li Deputati di ogni Sezione avranno la cura di ritirare il danaro, che sarà raccolto colle dette cassette, e tenerne registro.


10. Ogni settimana li Deputati suddetti rimetteranno nelle mani del rispettivo Commessario tutte le quantità, che saranno raccolte, e dalla loro questua, e delle suddette cassette con una nota individuale, e ritirarne ricevuta.

 

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