I Padri della Patria ancora esiliati

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Restano ancora esiliati nei luoghi più periferici e marginali della penisola i Padri della miracolosa Patria Italiana Libera, come Dante, Mazzini, Cavour, Verdi e Manzoni.

Meritavano di essere a Roma ed onorati con ritualità costante istituzionale e collettiva in un Pantheon, che potrebbe essere anche il Vittoriano, rinnovato nella sua nuova destinazione, non quindi solo per Vittorio Emanuele II, e modernizzato, almeno nel muro che sbarra il dialogo urbanistico tra antica e nuova Roma.

Invece Dante è sepolto in un piccolo angolo di Ravenna, Mazzini in una piccola cappella di famiglia a Genova, Cavour nel Comune di Santena (Torino), Garibaldi nella piccola, estrema isoletta di Caprera, Verdi in una Cappella della istituzione da lui creata a Milano per i musicisti, Manzoni, pur onorato nel Famedio, resta a Milano.

La Chiesa Cattolica Vaticana, mentre ha in Roma il solenne Pantheon in S. Pietro per i suoi papi e tanti altri Pantheon con sue Chiese monumentali per altri grandi protagonisti della sua storia, onorati e richiamati alla memoria da decine di migliaia di credenti e visitatori, vieta, attraverso i suoi tanti uomini politici, che questa nostra cara Italia Libera (che nel profondo ha sempre osteggiato ed odia per aver abbattuto nel 1870 il suo potere temporale) abbia solenne forza e insediamento di religiosità civile nell'immaginario collettivo con un Pantheon Nazionale, come la Francia a Parigi.

Così come a Napoli i suoi seguaci e servi sanfedisti e lazzaroni dalle maschere politiche variopinte tengono ancora anonimi e nel fango del pronao della Chiesa del Carmine i resti dei grandi Martiri della memorabile e gloriosa Repubblica Napoletana del 1799, progenitrice della nostra attuale, miracolosa Repubblica Italiana, tra i quali anche quelli del suo nobile vescovo Michele Natale.

Cosi come a Roma, altro scandaloso esempio e simbolo prepotente dell'arroganza vaticana, troneggia in cima alla colonna del grande imperatore romano non cristiano Traiano, testimonianza universale della scultura antica non cristiana e riferimento storico della nazione latina Romania, la statua di S.Pietro, che non c'entra assolutamente nulla con quel monumento, nel cuore della città.

Così come proprio in faccia alla Camera e alla sede del Governo a Palazzo Chigi troneggia in cima alla colonna del grande imperatore romano non cristiano Marco Aurelio la statua di S.Paolo, che non c'entra assolutamente nulla con quel monumento, quasi a segnare sempre e proprio nel luogo più centrale del potere politico della Nazione Libera Italiana la profonda e ostinata prepotenza e la sistematica ostilità vaticane.

Come per dire in sostanza: qui a Roma comandiamo sempre noi e voi siete nostri servi, così come comandiamo noi in ogni parte d'Italia colle nostre 26.000 circa parrocchie su 8.092 comuni e le centinaia di vescovati illegali alla luce dello stesso concordato fascista (che ne prevedeva una per provincia) e di cui non si parla mai di soppressione, costando tanto in termini di contributi pubblici, mentre si è deciso di abolire tante province nel clima dei sacrifici imposti a tutti i cittadini, ma non a preti, frati, monache, vescovi e loro interessi crassi e corposi immobiliari, commerciali, scolastici, universitari, sanitari.

 

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